19/5/09

Il dramma dello Sahrawi

Si è concluso il terzo incontro della manifestazione “sguardo sul mediterraneo”, svoltosi nella sala consiliare del comune, durante il quale si è parlato della delicata questione del Sahrawi con la rappresentante in Italia del fronte Polisario Fatima Mahfud e con il magistrato e scrittore Nicola Quatrano.



Il Saharawi, o Sahara Occidentale, con circa 266 mila chilometri quadrati, che si affaccia sull’Atlantico per circa 1500 chilometri e che confina con il Marocco, con l’Algeria e con la Mauritania.

È stato sotto il dominio coloniale della Spagna dal 1884/85 al 1975 e dopo che la Spagna si fu ritirata, Franco – dittatore ancora per poco della Spagna -, fece sì censire la popolazione del Sahrawi in preparazione ad un referendum di autodeterminazione che gli era stato imposto dall’Onu, ma al posto di far svolgere il referendum strinse degli accordi illegali con Marocco e Mauritania, dividendo il Sahrawi tra questi due stati.

In seguito la Mauritania firmò un accordo di pace con il quale rinunciava alla sua espansione in questo stato, mentre il Marocco continua ancora la sua occupazione illegale.



E la continua in modo pesante: è vietato manifestare o anche solo parlare di indipendenza, pena botte da orbi, carcere e processi.



Testimone diretto è il magistrato Nicola Quatrano, ospite dell’incontro che ha detto: «quando sono stato uditore internazionale, ho assistito a processi in cui sono stati condannati ragazzi Sahrawi per il semplice fatto di aver manifestato per l’indipendenza del loro paese».



E forse a loro è andata meglio che ad una dei tanti studenti e studentesse del Sahara Occidentale che vanno a studiare in Marocco, dato che a casa loro non ci sono università. – È stata picchiata dalla polizia – continua a raccontare Quatrano – durante una manifestazione pacifica per l’indipendenza del suo paese. Caricata in ambulanza, con lei sono saliti due poliziotti che l’hanno pestata fino a farle perdere un occhio.



Il Polisario, fronte di liberazione del Sahara Occidentale, da anni combatte perché sia riconosciuta l’indipendenza di questo stato, come ha raccontato Fatima Mahud, una delle sue rappresentanti in Italia, che manca dal suo paese da quando aveva nove anni. Infatti, a lei e a migliaia di altre persone del Sahrawi il Marocco vieta di tornare in patria. Ma questo non le impedisce di continuare a lottare per il suo popolo e per la sua terra.



Di fronte a drammi di questo genere viene da pensare: e l’Onu?

Beh, l’Onu non fa nulla perché paesi, come la Francia, in rapporti stretti con il Marocco, ogni qual volta si tratta di Sahrawi, pongono il veto. Ultimo caso eclatante – racconta Fatima – è stato quando si è trattato di votare perché la missione dell’Onu vigilasse anche perché venissero rispettati i diritti umani: la civilissima e democratica Francia ha posto il veto.

Fuente:eco

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